Under 13 - Capolinea... Treno locale per la FINAL FOUR regionale in arrivo.
Siamo alla fermata prima del capolinea. Il treno dell’Involley 2000 sta arrivando a destinazione. Le ultime due fermate sono state diverse ma entrambe utili sotto il profilo tecnico, ma molto, molto di più sotto il profilo del carattere. Gli episodi che confermano questo sono tre. Secondo set contro il Savigliano 14 a 19 per la squadra di casa. Time out del duo Trink – Cobretti ( Simone M. per gli appassionati di S.Stallone ) , uno scossone psicologico e una frase: “… tanto lo so che ora le andate a prendere!!”. Rientro in campo: il set finisce 25 a 22 per le Trink girls . Secondo episodio: uno pari, terzo ed ultimo set, secondo time out per per il duo Cobretti – Trink (sotto di due punti); una nota tecnica e poi una frase: “…non abbiate fretta, il set è lungo e voi siete una squadra con le … pazienza!!! Adesso andiamo avanti noi e vinciamo!!!”. Detto? Fatto!. Terzo episodio: 22 a 17 per l’Involley, posto sei mi guarda, nel baccano generale mi fa capire che ha male alle ginocchia. Posso solo gridargli “ forza tieni duro…vaiii!”. Lei mi fa una smorfia poi si volta riceve come se niente fosse fino alla fine, senza far cadere più una palla. Risultato 25 a 17 e final four di categoria nello zaino. Ora qualcuno potrebbe pensare che vi sto raccontando un film o una fiction, dove di solito i protagonisti cadono in disgrazia, perdono l’amore, la vista, perdono la casa, vengono pestati, derisi, licenziati, non trovano più il caffè in offerta al supermercato… eppure nonostante queste “ridicole” difficoltà, si imbattono “casualmente” in una straricca, stra-gnocca , con il padre industriale svizzero con capitali immensi alle isole Cayman e tutto finisce a tarallucci e vino. Matrimonio e stormi di figli, che, per stare tutti in casa, sono costretti a migrare stagionalmente a sud a gruppi alterni, oppure per girare nel castello in cui vivono, si muovono a targhe alterne. No, vi sto parlando di nuovo delle pesti del 2000, non di favolette per la televisione. Parlo di quelle piccole donne che si buttano in campo con grinta e hanno la panchina che non fa mai distinguere chi sono le titolari e quali le altre. Giocato bene ma non benissimo contro il Savigliano, giocato bene e con merito contro l’Acqui. Quest’ ultimo ha dato battaglia, con tecnica e orgoglio: brave le alessandrine e bravo il loro allenatore. A Roby G., anche se sembra un po’ pleonastico, ma non lo è credete, va tutta la nostra stima per la crescita della sua squadra. Ci incontreremo ancora; ne saremo lieti, perché quando le squadre dalla parte opposta della rete sono come l’Acqui allora il gruppo dell’Involley 2000 gioca al meglio, con uno stimolo in più, con la voglia di fare risultato, lottando con la tecnica, con il cervello, ma in tutto e per tutto con il cuore. Il treno, dicevo, è prossimo al capolinea; domenica sarà final four con tre squadre che daranno più della loro anima per salire lo scalino alto del podio. C’è ancora un allenamento che aspetta le chieresi; ancora una volta saranno lì, mezzora prima, con quel sorriso che ti fa innamorare di loro, per scambiarsi le loro idee, fare un po’ di gossip sugli amici, consumare i tasti dei palmari, sparlare del team manager che non le porta mai in gita premio ( Non è vero!!!); ma quando incomincerà l’allenamento non ci sarà che silenzio, impegno, fatica, perché il week end le aspetta per coronare al meglio questa occasione, che nessuno ha loro regalato, ma che si sono conquistate da sole. Chi ha gli esami del sangue con pochi zuccheri e la pressione sui livelli di guardia, stia a casa in pantofole e pigiama. Domenica servirà adrenalina, voce, baccano e tanto tanto cuore Involley, per sostenere le nostre pesti del 2000 con l’ormai rituale: ”…su le mani tifiamo CHIERI!!!”
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