UNder 13 - Risollevarsi e guardare lontano, un cammino deve ancora finire.
Tre mesi fa circa scrissi che una partita persa non era una sconfitta, ma una opportunità su cui riflettere; scrissi che una prima deviazione di percorso, rispetto al cammino che ci si prefigge nell’anno agonistico non era una cosa di cui doversi preoccupare. Aggiunsi poi che scrivere quando si vince è semplice. Oggi più che mai, occorre rivisitare questi concetti. Persa ( male ) la finale con il Balavalley ( 3 a 1 ), a cui sono andati i complimenti per la crescita tecnica fatti dai ns. coach e il tributo fatto da slogan e applausi dei nostri genitori/supporter a fine gara ( Bravi: tifosi , ma prima ancora sportivi! Bravi genitori ! ), occorre riflettere. Persa questa opportunità, che nessuno ha regalato, ma che hanno conquistato da sole, occorre pensare all’ andare avanti, non portarsi dietro quanto questo pomeriggio, grigio nella prestazione come grigio era il cielo fuori dal palazzetto, ci ha lasciato. Eliminare immediatamente l’amarezza del risultato: la stagione non è finita! Certo si deve riflettere su come si è giocato ( più caratterialmente che tecnicamente si potrebbe dire) , ma prima si deve ritrovare grinta e cattiveria sportiva, sicuramente solo assopite , mai perse, le quali hanno contraddistinto in molte situazioni il Wild bunch. Necessita ancora una volta, nonostante la prestazione negativa, che tutte le pesti del 2000 siano ancora più coese e affiatate sul campo da gioco. Ho sempre detto e continuerò a sostenere che questo gruppo è un gruppo speciale. Fatto non solo di legami dettati dall’ambiente palestra, ma anche di un anima che sta in campo e fuori dal campo di gara ( non ho detto spogliatoio, ho detto campo !!! ). Compagne in campo? Obbligatorio! Amiche tra loro fuori , se lo desiderano. Questo è un punto di forza sul quali le Trink girls possono contare. Io le ho viste dentro e fuori dalle palestre: hanno qualcosa di speciale e, in occasioni come queste, quel qualcosa deve essere nuovamente lucidato. Un po’ come si faceva con le pentole in rame o con l’argenteria della nonna per dare luce e luminosità ad oggetti che nel ripetere giornalmente le stesse mansioni, si appannavano , si scurivano. In campo e in panchina non ci sono prime donne o star, tutte insieme per una sola squadra. L’invito del team dei tecnici è quello di alzare la testa tutte insieme e vedere che laggiù all’orizzonte c’è un altro traguardo. Un “arrivo” che le aspetta e che non deve essere per nulla segnato da questo scalino nel quale è inciampato il “wild Bunch”. C’è un mese di lavoro da fare e ancora tante partite da giocare, condividere, vincere insieme le une per le altre. Da Giovedì in palestra sono sicuro tornerà quello spirito che fino Sabato mattina ci ha permesso di dominare la fase provinciale. Non ci sarà bisogno di spronare troppo un gruppo che lascerà la sconfitta nei quattro muri del palazzetto di Castellamonte e proverà ancora a scalare il sentiero che porta alla cima della regione. Ho lasciato per ultimo il pensiero della difficolta di scrivere in caso di sconfitta. Certo, non è facile mettere le parole insieme senza pensare a ciò che è successo…ma noi abbiamo le ragazze del 2000, la loro personalità sportiva e la loro capacità tecnica; ma soprattutto abbiamo il loro sorriso. Una forza al di là di qualsiasi carburante, di qualsiasi propellente, di qualsiasi…non lo so, non mi viene più in mente nulla da citare come esempio. Allora scrivere in questo frangente non è difficile, perché so che quando giocheranno la prossima partita e da posto sei partirà il “…dai raghe qui non si molla!!!”, non credo che riuscirò a tenere a freno la voce del cuore involley che urlerà per loro e solo per loro:”…Su le mani tifiamo Chieri!!!”.
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