Under 13 - I bioritmi bassi fanno fare il tonfo contro il LIngotto U14
È facile scrivere in modo esaltante e coinvolgente quando le cose vanno per il verso giusto, quando si vince. È corretto farlo senza uscire naturalmente dalle righe, senza esaltazione, ma è sicuramente facile se si vince. È più difficile scrivere e raccontare, quando le cose non vanno come si vorrebbe, quando si perde. Ma è altrettanto giusto farlo, perché la verità è evidente ed affrontarla porta a crescere psicologicamente e rigenera il morale. E allora affrontiamo il racconto della partita di ieri mattina contro il Lingotto 99. Contrariamente a ciò che succedeva nel cortile del palazzetto, dove il pallido sole novembrino faceva il suo dovere stagionale riscaldando ma non troppo l’aria del cambianese, all’interno la nebbia infestava il campo laterale sinistro dove le Trink girls scendevano in gara con ancora avvolte dal torpore delle coperte. La partita, si vede subito, sarà in salita, perché il Lingotto, migliorato sicuramente in alcune componenti, non molla e tiene banco fino alla vittoria finale per 3 a 2. Gioco frammentato, con alti e bassi. A volte è parso che le biancoblù siano state tenute in gioco dagli errori delle torinesi, più che dal gioco prodotto. Potremmo chiudere qui e non andare oltre. Giustificare con queste due righe una opacissima prestazione. Invece occorre dire che le pesti del 2000 ieri non hanno giocato con quella grinta e quella determinazione che sono compagne di squadra già dallo scorso anno; non hanno messo quella aggressività che permette di vincere le partite nel momento difficile. È come se, da dopo Casale, qualcosa si sia assopito. Diciamo assopito e non spento proprio perché crediamo che i momenti come questo sono ciclici, quasi certamente non preventivabili e devono essere gestiti da chi ha mestiere e cognizione di causa. Proprio per questo alla fine della gara mattutina il coach ha preannunciato lavori collettivi e personali, richiedendo fin da subito il ritorno a quella concentrazione, attenzione e dedizione all’allenamento che forse erano un po’ sfuggite o forse avevano perso l’intensità necessaria a produrre risultati nei week end. Non tutto è da buttare di questa partita, ma molto deve essere fatto e sarà fatto. Le ragazze sono brave, non bravissime, forti, ma non fortissime. Questo porta a dover crescere psicologicamente e a imparare come gestire momenti come quello attuale, dove gli appannamenti possono esserci e se non gestiti al meglio procurare delusioni. Tempo e spazio per crescere in questo frangente ce n’è. Nel pomeriggio il 3 a 0 sulle cugine del Santena 95 rendeva un po’ più sobrio il fine settimana. Nella speranza di essere stati obiettivi e oggettivi nella esposizione delle idee e dei fatti resta ferma e indelebile l’idea che queste ragazze sapranno fare anche di più del loro meglio; per questo sempre a loro dedicheremo il tifo e il sostegno durante le partite. Forse banale, forse scontato, ma sempre per loro e solo per loro l’ incitamento più col cuore che con la voce: “ SU LE MANI TIFIAMO CHIERI!”.
p.s. un piccolo appunto per il tifo: ieri era in vacanza anche lui? Che fine ha fatto quel tifo che in più di una occasione ha stupito le tifoserie avversarie e incitato fino alla fine le piccole grandi donne dell’Involley…? Missing in action?
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